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Il lavoro invisibile: l’editing 🔎

Aggiornamento: 29 set


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«Molti pensano che la scrittura finisca quando si mette l’ultima parola. In realtà è lì che comincia il lavoro più duro e, al tempo stesso, più affascinante: l’editing.

Significa tornare sulle pagine non più come autore, ma come il lettore più severo di se stesso. Vuol dire rileggere con occhi critici, togliere ciò che appesantisce, rafforzare ciò che vibra, scavare nei silenzi, cesellare le frasi finché la voce della storia diventa limpida.


A volte è doloroso: bisogna cancellare pagine che hai amato scrivere, tagliare scene che sembravano indispensabili, cambiare il ritmo di capitoli che avevi immaginato perfetti. Ma proprio da queste scelte nasce la vera forza di un romanzo.

Non sono solo in questo viaggio. Mi affido anche ai miei beta reader: lettori attenti, sinceri, che ricevono il manoscritto in anteprima e lo leggono senza sconti, offrendomi quella prospettiva esterna che nessun autore può avere da solo. Le loro reazioni, i loro dubbi, perfino i loro silenzi, sono parte integrante di questo processo.

L’editing è il momento in cui un’idea prende davvero forma, in cui il sogno si trasforma in un libro. È un lavoro lento, meticoloso, a volte estenuante, ma necessario. Perché non basta raccontare una storia: bisogna darle la sua forma migliore, quella che arriverà dritta al cuore di chi legge.


Ed è esattamente la fase in cui mi trovo ora, con La vera storia di Alan Scott. Una fase che richiede tempo, energia ed emozione… ma che sa restituire la magia più grande: vedere un romanzo nascere davvero.»

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da Roberto Salvo

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