Caro papà
- Roberto Salvo

- 27 set
- Tempo di lettura: 2 min
Ho ritrovato una lettera scritta da mio figlio a 18 anni. Un ricordo che mi riempie il cuore e ora sia lui che suo fratello sono straordinari papà.
Caro papà,
credo che in alcuni momenti trovare le parole sia difficile anche per un poeta e in particolar modo per un giovane presuntuoso che in fondo al cuore si sente tale.
Soprattutto quando si parla di te, papà, che sei una delle pochissime persone capaci di emozionarmi.
Se oggi anche la vita mi sta spingendo verso la maturità e la saggezza ancora lontana di un uomo, se posso guardarmi allo specchio con fierezza è solo per merito tuo, delle tue innumerevoli dimostrazioni di amore, del tuo supporto nei momenti di sconforto e dei tuoi involontari errori che qualche anno fa non avrei mai creduto di ringraziare.
Se a quest’ora della notte c'è una luce accesa che permette ad un giovane di molteplici promesse di vedere il quaderno dove sta scrivendo, che lotterà sempre per crederci un po' di più, questo è anche merito tuo, di quei pensieri e di quelle debolezze che ti rendono l'uomo speciale che sei.
Lo stesso uomo che non mi ha mai spinto con la foga di un tifoso egoista ma che piuttosto mi ha aiutato a cercare quello in cui adesso credo e che mi consiglierà quando ne avrò bisogno.
Ricordo ancora le telefonate, i pianti, i cinema, le mie partite al gelo e la vacanza come due coetanei scemi in Messico sotto un ombrellone piantato su una spiaggia bianchissima a ridere di un Lino Riccio qualunque.
Spero un giorno di essere per mio figlio anche solo un decimo di quello che sei tu per me e di imparare dai tuoi errori.
Con affetto e stima
Riccardo



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